Corre il gennaio del 2014 e, durante un viaggio in Marocco, funestate da 4 giorni di diluvio perenne, decidiamo che, in mancanza di alcool, di uomini e di alternative percorribili, l’unica opzione di sopravvivenza consista dar fondo al (misero) plafond delle rispettive carte di credito.
Contratta e compra, compra e contratta, passando di fronte a un delizioso showroom della Medina, eccoci di fronte al vero oggetto del desiderio: un chiodo in pelle divino su tutte, diabolicamente in pezzo (e prezzo) unico.
Onde evitare di fare a pezzi il prezioso capo (o farci a pezzi a vicenda), ecco he la necessità deve essere andata a far visita al mio ingegno: perché non creare un armadio in sharing, una mecca del desiderio in cui poter finalmente indossare l’invidiatissimo abito visto sull’amica, alla vicina in metropolitana, alla collega in ufficio e mai trovato nella realtà?
Perché in fondo, pur essendo nata dal capriccio apparentemente momentano di una sola donna, DressYouCan finisce per rispondere ad un’esigenza che accomuna la stragrande maggioranza del genere femminile: quella di possedere più abiti di quelli indossa, eppure continuare ad avvertire l’irresistibile desiderio/convinzione di doverne possedere molti di più di quelli che potrà (e/o vorrà) mai indossare.
Un Armadio Infinito condiviso tra “simili” dove prendere solo all’occorrenza o per puro sfizio, e riporre, post uso, con animo leggero e, per una volta, pienamente soddisfatto.